Genitori e figli
VIOLENZA PSICOLOGICA IN FAMIGLIA
di Mariapaola Ramaglia
Cosa significa violenza psicologica in famiglia?
Se parliamo di violenza, pensiamo subito alla violenza fisica, agli abusi sessuali o anche a schiaffi e sculacciate. Eppure, c’è un’altra forma di violenza più subdola, ma che lascia segni più profondi dei lividi, perché va ad incidere direttamente l’animo delle vittime: è la violenza psicologica.
In preda a stress o stanchezza, capita che scappi un ceffone, ma poi spesso – per fortuna- ci si pente. È facile riconoscere di aver “picchiato”, ma quanti si rendono conto delle ferite che può lasciare la violenza psicologica? Questo perché non è facilmente riconoscibile né dal carnefice (che può pensare perfino di agire a fin di bene) né tantomeno dalla vittima (che può arrivare a ritenere di meritare un mal-trattamento del genere).
Sapete che colpire un figlio ripetutamente negli anni con alcuni tipi di avverbi (sì, ho detto “a-v-v-e-r-b-i”) può fargli più male della cinghia dei pantaloni che si usava un tempo?
“Ma è possibile che sbagli SEMPRE tutto?”
“Non capisci MAI niente!”
“Ma non sai NEMMENO fare questo?”
Quante volte rimproveriamo i nostri figli (ma anche i nostri partner, per rimanere in famiglia), con frasi di questo tipo, rischiando che chi colpiamo metta in discussione l’affetto e la stima nei suoi confronti e si convinca di non valere davvero nulla.
E, allora, come rimproverare un bambino?
Giudicando il fatto, ma senza generalizzare né giudicarlo come persona. Può sembrare banale, ma è molto diverso dirgli “Sei uno sciocco” o dirgli “Hai commesso una sciocchezza”...
La violenza psicologica è presente in tutte le forme di violenza e può celarsi, per esempio, in continui rimproveri o critiche anche pubbliche, nell’indifferenza, nell’incuria, nell’ostilità o nella mancanza di adeguati scambi emotivi e di ascolto.
Ad un bambino violentato psicologicamente passa il messaggio che vale poco e non è amato, col rischio che sviluppi un senso di insicurezza e inferiorità tali da diventare davvero il perdente che ha imparato a credere di essere. In età adulta, ciò potrebbe anche portare a restare passivi e scegliere partner violenti, convincendosi di meritare di essere maltrattati.
Ecco altri esempi di comportamento che possono ferire un bambino:
• paragonarlo ad altri e mostrarci delusi se non primeggia a scuola o nello sport;
• farlo assistere a scene di violenza (violenza assistita);
• etichettarlo, facendolo sentire “diverso”;
• far leva sulle sue paure o punti deboli, minacciando di picchiarlo, mandarlo in collegio, non volergli più bene, andare via, chiuderlo in una stanza al buio (sapendo che ne è terrorizzato) o farlo portare via da un mostro, per esempio;
• dire sempre “Dopo” o “Aspetta” o fingere di ascoltarlo, ma ignorarlo ripetutamente. Essere multitasking fa male...a tutti! Meglio dedicargli cinque minuti di presenza reale e poi riprendere a fare ciò che stavamo facendo;
• usare toni alti e aggressivi. Conosco adulti, che ancora tremano ascoltando discussioni ad alto volume, perché rivivono il trauma delle aggressioni verbali vissute da piccoli;
• utilizzare ricatti psicologici e affettivi e manipolazioni. “Come puoi farci questo? Noi ti vogliamo bene! Abbiamo fatto tanto per te!”. Non possiamo cercare di impedire a nostro figlio di fare qualcosa, facendolo sentire in colpa. Diventare genitore comporta il mettersi da parte, il fare delle rinunce. Magari non è facile, ma è giusto così e non si può pretendere la restituzione dei sacrifici...con gli interessi!
Quali sono le conseguenze della violenza psicologica?
Alcuni tra gli effetti, possono essere: enuresi, encopresi, ansia, depressione, disturbo di ansia sociale, problemi di attaccamento, instabilità emozionale, mancanza di fiducia negli altri, problemi scolastici o alimentari, abuso di sostanze, stress post traumatico, difficoltà nei rapporti interpersonali, scarsa autostima, atteggiamento apatico, ritardi nello sviluppo fisico e intellettivo.
A tutti può capitare di assumere con superficialità atteggiamenti, che sono più o meno innocui se occasionali, ma che -se ripetuti- possono diventare distruttivi. Essere consapevoli del peso delle parole è fondamentale.
Letture consigliate:
Le Parole per Crescere Tuo Figlio, Roberti Alessio, Macro Edizioni, 2014